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Comunicazioni & News

CORRIERE DELLA SERA - novembre 2013

http://archiviostorico.corriere.it/2013/novembre/18/Tunisia_nel_deserto_con_Suv_co_0_20131118_231fdbae-501c-11e3-8020-54ae8a2184e3.shtml

IL VIAGGIO? IN ARRIVO NELLA GAMMA ANCHE LA NUOVA COMPATTA GLA

IN TUNISIA NEL DESERTO CON I 4 SUV MERCEDES

Più di 800 km di guida, fra terra e sabbia Fuoristrada Dall?isola di Djerba alla capitale Tunisi, passando sugli sterrati e le dune dell?oasi di Ksar Ghilane

DJERBA (Tunisia) - Fino all’anno scorso, Stefano Gatti era uno stimato chirurgo vascolare di Milano, con la passione dei viaggi: quando alzava gli occhi dal micro dell’anatomia, voleva che fosse per ritrovarsi nell’immensità di un deserto. Tra il bisturi in sala operatoria o il volante tra le dune c’è poca differenza: occorrono polso fermo, intuito, fredda gestione dell’imprevisto. Mentre aspetta di caricare la Mercedes sul traghetto che va da Djerba a Djorf, dove punterà sulle oasi tunisine di Ksar Ghilane, Stefano ricorda. Il podere dell’Elba nel quale scoprì che l’asfalto finisce dove comincia un altro mondo, la prima Classe G col bombolone del gas e le successive sei, i 200 mila km inghiottiti fino a oggi. Vuoi per i meriti acquisiti sulle piste, dall’Oman all’Islanda, vuoi per l’attaccamento al «giocattolone», Stefano presiede il Club Mercedes G: se il chirurgo nel frattempo è andato in pensione, il «G-man», mite ma irriducibile alla panchina, non è mai stato così preso.

«G» sta per Geländewagen , fuoristrada in tedesco: è la prima lettera dell’alfabeto off road di Mercedes. Nata nel 1979, è il modello più longevo della Stella: 34 anni di lavoro straordinario. Un nocciolo duro di efficienza meccanica con intorno la polpa della funzionalità: quello che serve per affrontare l’estremo (vedi i tre blocchi manuali del differenziale e le marce ridotte), in una progressione di comfort che va dalla Professional, un soldato spartano, allo sfarzo. C’è Giacomo alla guida della G, in testa al convoglio dei suv Mercedes - GLK, ML e GL gli altri tre - che apre idealmente la strada alla GLA (arriverà nel marzo 2014), la più piccola della famiglia.
Giacomo ha 25 anni e sta per laurearsi in farmacia. Cresciuto con un padre che gli faceva saltare la scuola («Un mese in viaggio vale più di un anno seduto al banco», lo rassicurava), è un solido - ma tutt’altro che serioso - specialista, capace di cedere il volante al neofita impartendo istruzioni elettrizzanti sul guado tipo: «Attacca i tergi e gas a martello!». La G punta il musone squadrato sulla pozza e l’attraversa senza perdere la presa con il fondo, mentre si alzano fontane color ocra...
Asfalto rosicchiato, tôle ondulée (lo sterrato tutto gobbette che manda in risonanza la mascella), pietre e crateri, sabbia piatta e poi l’acuto, il nirvana mescolato all’adrenalina: le dune. Le Mercedes viaggiano ciascuna a modo suo.

Sull’ammiraglia GL (sette posti e sospensioni attive), si naviga in prima classe, anche se, dati il peso e la luce a terra, bisogna saperci fare per non insabbiarsi. L’ML, il modello più venduto in Italia e nel mondo, è comodo come la GL, ma più corto, maneggevole e incisivo. Entrambe hanno la trazione integrale permanente e il cambio automatico a 7 marce. Ma non hanno il pacchetto On&OffRoad, che aggiungerebbe le ridotte, il differenziale autobloccante e un’altezza libera fino a 28,5 centimetri: eppure vanno. Eccome se vanno. Più cautamente del Panzer G (anche se le prodezze dell’ML fanno impressione), ma vanno. A sorprendere è la GLK, la più «cittadina», perché quello che perde a causa della ridotta altezza dal terreno, lo guadagna in leggerezza, arrampicandosi sulle dune con elegante agilità.

Basta, ovviamente, saperci fare...
Le dune di Ksar Ghilane. Sono le 4 del pomeriggio quando il convoglio, superati i palmeti carichi di datteri dell’oasi, arriva ai ruderi del fortino che l’Impero Romano aveva costruito sulla limes Tripolitaniae . Al di là c’era l’ignoto: hic sunt leones . Ventisei gradi, l’aria è trasparente, il rombo dei motori evapora nel silenzio dell’orizzonte giallo-oro e marrone. Per Stefano e Giacomo siamo arrivati alla «palestra». Dune «tecnicissime: piccole, strette e corte - spiegano -. Qui contano i riflessi, la confidenza con il mezzo, la capacità di scegliere in un niente». Giri su giri, giù e su: godimento puro, nonostante i vortici dello sterzo e il fiato che manca quando si scollina. «È l’immediatezza di questi posti che mi piace - confida Stefano, con un bicchiere in mano dopo due ore di “palestra” -. La vita non ha filtri, è come la chirurgia: sei quello che sei, un piccolo uomo che deve trovare la sua strada fra mille imprevisti».

Iasoni Roberto

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